C'era una volta una gatta... Aveva una macchia nera e amava guardare il mare di Genova da una piccola finestra di una minuscola casetta-soffitta del quartiere di Boccadasse, in una zona semi centrale della città che si affaccia su una spiaggia molto amata da abitanti e turisti. È proprio lì che Gino Paoli, il cantante che alla sua piccola gatta siamese ha dedicato uno dei suoi successi più famosi, nel 1960 abitava con la prima moglie e proprio per ricordare la sua micia, di nome Ciacola, e quel momento felice della sua vita, scrisse testo e musica di quel pezzo.
Tutto vero dunque: “La gatta” di Gino Paoli è esistita ed era molto amata dai suoi padroni. Amava anche il mare, la luna, e starsene appollaiata a prendere i raggi del sole mentre guardava l'orizzonte.
Era tanto legata a quella casa che, racconta lo stesso Paoli, quando il cantante si trasferì in un appartamento più grande dopo aver raggiunto il successo, la gatta morì subito dopo, forse di nostalgia.
Ma la storia di Ciacola (il nome è veneto, e significa "chiacchiera") è soprattutto quella di una gatta dal rapporto simbiotico e bellissimo con il suo padrone, un grande amante dei felini che tuttora vive circondato da questi animali (ma anche dai cani). Ciacola fu regalata a Paoli, e da lì iniziò la loro bellissima amicizia. Nell'appartamento di Boccadasse Ciacola adorava stare sempre sdraiata sul suo padrone, anche quando lui si metteva al suo tavolo da lavoro sul terrazzino per dipingere o scrivere. Racconta Paoli che era sempre abbronzato, ma un po' come succede agli operai che lavorano all'aperto e che riportano segni di abbronzatura a collo e braccia, lui ne aveva uno speciale: una macchia bianca proprio sulla pancia, segno della permanenza di Ciacola su di lui.